Vi avevamo promesso il reportage della nostra avventura parigina. Vi abbiamo fatto attendere parecchio, ma vi assicuriamo che ne è valsa la pena! Vi racconteremo i nostri giorni nella Ville Lumière, fatti di tante emozioni, un po’ di fatica, ma sempre con il sorriso. Squadra nuova, veterane e supporter tutti uniti in un unico grande abbraccio.

 

 

Il ritiro del pettorale rappresenta sempre una grande emozione. Toccare con mano per la prima volta quel numero che ti accompagnerà lungo i 42 km e 195 metri. Un numero che hai aspettato di attaccare alla tua maglia per quasi 2 anni e mezzo. E poi vedere il tuo nome stampato sul pannello insieme ad altri 45 mila nomi di coloro che correranno al tuo fianco e condivideranno con te l’avventura della maratona.

 

 

La sera prima…qualche preoccupazione e un po’ di ansia della vigilia unite a tanto entusiasmo ed emozione. La coach, lo staff medico e il direttivo #ryla hanno radunato la squadra rosa per un piccolo discorso. Le ultime indicazioni tecniche su abbigliamento e i vari step da seguire per affrontare al meglio quei 42km e 195metri. E insieme a noi anche il nostro amico Joselito Felicioni-Levoye, capitano della squadra di donne in rosa francese Les Flammes en rose, che condivide il nostro stesso percorso e obiettivo. Correndo insieme abbiamo voluto rappresentare come chi sostiene la ricerca contro il cancro sia una unica grande squadra senza confini!

 

 

La mattina della maratona: chi ha dormito poco, chi ha lo stomaco chiuso e fa fatica a fare colazione, chi ha paura di scordare qualcosa. Foto di rito nella hall dell’hotel e via in metropolitana verso la partenza. Il tutto condito con tanti tantissimi abbracci perché il supporto delle tue compagne è la giusta carica che serve per affrontare una grande impresa come la maratona. Sai che tra poco ti immergerai in un fiume di 45.000 persone e lo stai facendo per te, ma soprattutto per dimostrare che, dopo un momento difficile, si può tornare a correre la propria vita.